Lettera di auguri a un politico, qualsiasi

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di Luigi Asero

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Onorevole buongiorno, o buonasera, non so quando –e se- leggerà mai questa lettera che da cittadino di questa terra decido di inviarle.  Non è una lettera minatoria, lei già è scortato e io, noi, non saremmo in grado di darle nemmeno un “buffettino” in faccia, si figuri se potremmo mai farle del male… Le scrivo perché ci siamo abituati a trascorrere il Natale come festa di riconciliazione e poco importa se lei, illustrissimo onorevole, creda o non creda nella sacralità di questa festa. Il Natale è festa di tutti, anche sua. Si rilassi e voglia accettare questa umile lettera che vuol soltanto porgerle i più sentiti e sinceri auguri. Perché possa festeggiare serenamente, con i suoi affetti più cari, questa Santa ricorrenza e perdoni se così facendo sto infastidendo il suo spirito libertario che potrebbe portare la sua eccellentissima persona a storcere il delicato naso, ma nel festeggiare questo Natale non c’è alcuno spirito anti-qualsiasi altra religione, solo la voglia di festeggiare sulla base della mia, di quel credo professato da quanti sono “della mia parrocchia” e perdoni se, anche in questo caso, uso un termine che fra poco non sarà più usabile. Sa, eccellentissimo onorevole, abbiamo difficoltà ad adattarci ai cambiamenti.

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Non voglio rubarle tempo prezioso, per cui andrò subito a condividere con lei –e con altri quattro gatti che ci leggono- alcune considerazioni. Perché Lei, onorevole, anche se non l’ho mai votato mi rappresenta. Ed è giusto che sappia ciò che dal basso si pensa. Non che gliene possa importare granché, questo lo capisco. Ma se anche grazie alle nostre tasse, pagate con i soldi frutto dei nostri sacrifici, lei è lì a riceverla questa lettera, e non a scriverla, allora lo sforzo di leggere queste considerazioni lo può fare.

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Media degli stipendi dei deputati in area UE

Vorrei tanto spiegarle quanto la politica del suo partito, della sua coalizione, dei suoi compagni di merende (e di lei che con loro banchetta) stia rovinando secoli di storia, anni di sacrifici, ideali a tonnellate. Ma soprattutto sta danneggiando il futuro di tutti i figli, compresi i suoi.

Perché ecco, vorrei che lei comprendesse che non sempre i figli sono con noi, o meglio, non sempre noi siamo con i nostri figli. E quando un giorno, le auguro fra almeno cent’anni, Lei non potrà più essere lì a proteggere i suoi pargoli probabilmente loro saranno inermi rispetto al vuoto di cui lei, con la sua arroganza e la sua avidità, li sta lasciando. No, non conterà quanti denari lascerà loro in eredità. Troveranno non il “mondo migliore” che lei promette a tutti fino a convincersi lei stesso che sia così. Bensì le macerie di un mondo che fino a questo momento si riusciva a gestire benino, fino a qualche anno fa sfamava i suoi cittadini.

Domani? Domani il suo “mondo migliore” sarà svuotato di tutto. Guardi, non mi crede? Faccia una prova, chieda ora stesso a suo figlio/figlia se a Natale vuol un semplice abbraccio o piuttosto un costoso dono. Cerchi di comprendere che quella scelta, ciò che i suoi amati pargoli risponderanno sarà ciò che lei ha trasmesso loro. Immagini un po’ cosa ha trasmesso a quanti non siamo parenti nemmeno lontani. Ora, se anche li lasciasse eredi di un impero (cosa difficile con il suo stipendio non misero ma certamente non da impero finanziario, ma semplice col sistema di malaffare e tangenti cui lei lavora alacremente, ogni giorno, in ogni sua azione) domani lei non sarà lì a proteggerli. Domani, i figli nostri, sbraneranno i suoi. Si gioca sempre col popolo, si gioca sempre a tirar l’elastico, perché poi è bello vedere quanto riesce a estendersi. Ma viene il momento in cui cede. E fa male. Un male Boia.

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Uso “auto blu”

Vorrei dirle dei problemi reali che tutti i cittadini incontriamo giornalmente, dalla viabilità alla crisi economica (che lei non patisce non avendo rinunciato mai ad alcun privilegio), dalla sanità alla giustizia, dalla libertà di uscire di casa a quella di dormirci in una casa. Propria possibilmente.

Ci piace ricordare che ci sono dei nuovi poveri che “ci rubano il posto”, ma fa una rabbia assurda che lei con le sua sciagurate azioni fa sì che questi aumentino anziché diminuire. E peggio fa rabbia sapere che lei, su quei poveri, ci lucra. Da perfetto verme di cui sospetto da tempo che lei sia. Che poi “verme” è maschile o femminile? Vabbè, tanto non ho detto che lei –onorevole mio- sia uomo o donna (o trans, chissà).

Ora… lasciamo perdere le polemiche. Accetti gli auguri e se non si rispecchia in ciò che qui è stato scritto, passi la lettera a un suo “esimio collega”, anche se invece d’essere onorevole fosse soltanto un sindaco o un presidente di regione. La “casta” siete voi. A noi ormai non restano che questi silenti sfoghi. La passi pure questa lettera, di certo una buona percentuale di voi si rispecchierà, mai ammettendolo. Urlerà allo scandalo e si farà vittima… tutto un copione., noi nei siamo attori. A voi sempre il ruolo principale, da protagonista.

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